Blockchain non renderà le banche più efficienti.

di Saifedean Ammous, 4 febbraio 2016, American Banker
articolo originale: http://www.americanbanker.com/bankthink/blockchain-wont-make-banks-any-nimbler-1079190-1.html

Nel 1855, Karl Benz unì la sua professione di produttore di motori a scoppio con il suo hobby di disegnare carrozze al fine di produrre il primo veicolo mobile autonomo: l'automobile. Benz introdusse un motore come soluzione ad uno specifico problema di ingegneria: permettere a una carrozza di muoversi rapidamente senza cavallo. Il motore soppiantò il cavallo, non velocizzò i cavalli.

Nel 2008, un analogo problema di ingegneria è stato risolto da Satoshi Nakamoto. Crittografia e reti peer-to-peer sono state combinate per produrre bitcoin, la prima moneta completamente elettronica. Nakamoto ha introdotto il blockchain di bitcoin come soluzione ad uno specifico problema di ingegneria: trasferire soldi online nello stesso modo usato per trasferire contanti in prima persona, senza bisogno di una terza parte.

Così, nonostante i tentativi delle banche di testare e utilizzare la tecnologia blockchain a loro vantaggio, è fuori discussione che gli intermediari possano ricavare vantaggio da una tecnologia che è stata progettata per sostituirli. Sarebbe come attaccare dei motori ai cavalli in nome dell'innovazione tecnologica: il risultato sarebbe solo quello di rallentare i cavalli, e questa idea ridicola non troverà spazio al mondo.

Quando due parti si scambiano bitcoin, la transazione viene trasmessa a tutti i computer della rete, i quali impiegano una notevole potenza di elaborazione per verificare tutte le transazioni e per verificare le verifiche fatte da altri.

Questo processo molto complesso e iterativo permette alla rete di raggiungere un accordo sulla registrazione definitiva e inalterabile delle operazioni fatte, registrazione che prende la forma di una catena di blocchi. I membri della rete vengono "pagati" con nuovi bitcoin proporzionalmente alla potenza di elaborazione fornita. Questo approccio è un metodo computazionalmente intenso e costoso di verificare le transazioni. Questo spiega perché oggi la potenza di elaborazione della rete ha superato 1 exahash al secondo - potenza da far impallidire i più grandi supercomputer del mondo - e anche il motivo per cui consuma enormi quantità di energia elettrica.

Ci sono metodi molto più facili e leggeri per registrazione transazioni, ma questo è l'unico metodo che elimina la necessità di una terza parte, di un intermediario. Le transazioni vengono aggiunte al blockchain perché molti verificatori competono tra di loro, guadagnandoci, per poter essere i primi a effettuare la verifica. Eppure, per poter effettuare una transazione, non occorre fidarsi di nessuno. Piuttosto, la frode viene immediatamente rilevata e bloccata dalla rete, i cui membri hanno forti incentivi a mantenerla integra. In altre parole, bitcoin è costruito interamente su un sistema di verifica ingombrante e costoso, che però riesce ad eliminare la necessità di avere fiducia e affidabilità tra le parti: è 100% verifica e 0% fiducia.

Solo il tempo dirà se questo modello saprà soppiantare le forme tradizionali di finanza che utilizzano tecnologie più semplici ma basate, a differenti livelli, su fiducia e intermediazione. E' possibile che Bitcoin riesca a soppiantare molti intermediari finanziari, ma è anche possibile che Bitcoin ristagni o addirittura fallisca e scompaia. Ciò che non può accadere è che la tecnologia blockchain (Bitcoin) favorisca quel sistema dell'intermediazione finanziaria che è stata destinata a sostituire.

Per qualsiasi terza parte che gestisca pagamenti, transazioni commerciali, o mantenga registri, il blockchain è una tecnologia estremamente costosa e inefficiente. Una blockchain non collegata a bitcoin combina il peggio dei due mondi: la struttura ingombrante del blockchain con i costi e i rischi sulla sicurezza delle terze parti. Non c'è da meravigliarsi che sette anni dopo la sua invenzione la tecnologia blockchain non sia ancora riuscita a sfondare con successo con una applicazione commerciale diversa da quella per cui è stato progettato specificamente: bitcoin.

Mentre invece c'è stata abbondanza di entusiasmo, di conferenze e dibattiti di alto profilo sui media, nei governi, nel mondo accademico, dell'industria, e al World Economic Forum sul potenziale della tecnologia blockchain. Molti milioni di dollari sono stati investiti in imprese, in ricerca e promozione da governi e istituzioni sedotti dall'euforia, senza alcun risultato pratico.

I consulenti Blockchain hanno costruito prototipi per compravendita di azioni, registrare attività, effettuare votazioni e riconciliare pagamenti. Ma nessuno di questi è stato implementato commercialmente perché sono più costosi rispetto ai metodi più semplici basati su database e software consolidati, come ha recentemente concluso il governo del Vermont.
Nel frattempo, le banche non hanno una grande tradizione nell'applicazione di nuove tecnologie per uso proprio. Qualche settimana fa, a Davos, mentre il CEO di JPMorgan Chase Jamie Dimon stava promuovendo la tecnologia blockchain, le interfacce 'Open Financial Exchange' della sua banca - una tecnologia del 1997 che fornisce informazioni sui clienti - erano giù, non funzionavano da due mesi.

Al contrario, la rete bitcoin è nata due mesi dopo la presentazione della tecnologia da parte di Nakamoto. Fino ad oggi, h funzionato ininterrottamente ed è cresciuta fino a valere oltre 6 miliardi di dollari (oggi 11). Blockchain era la soluzione al problema del contante elettronico e dato che funzionava, è cresciuta in fretta, mentre Nakamoto ha lavorato anonimamente comunicando brevemente solo via e-mail per circa due anni. Non ha avuto bisogno di investimenti, capitali, conferenze o pubblicità.

Ci sono molte tecnologie semplici che le banche hanno necessità di ottimizzare e migliorare, mentre invece sono sedotte dal canto delle sirene che pronunciano parole futuristiche e vanno alla ricerca di un problema da poter risolvere con la tecnologia blockchain, ma non troveranno nulla.



Saifedean Ammous è un assistente professore di economia presso la Lebanese American University.



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